mercoledì 15 aprile 2015

Tratto da La cultura dei Tao di Antonio L. Verri (Spagine, Fondo Verri Edizioni)



“(…) Mi è stato insegnato con ardore, ad apprezzare – ed io continuo a guardare e amare con tale ardore … - poveri oggetti (stilizzati, essenziali, ma solidi), situazioni le più umili, ma portate con tale dignità, che serenità, buon senso, innamoramenti al limite del pianto, sono cose che oggi io, figlio di questa cultura, posso opporre a volte con tale incauta destrezza da rischiare di bruciare, con legna d’ulivo, il sibilo lungo di una cultura millenaria … Cambia, cambierà, di molto il volto della campagna, degli aggregati umani, di interi paesi: è cambiato dal dopoguerra ad oggi, cambierà ancora tra due, tre generazioni. E cambieranno naturalmente anche abitudini, modi di lavoro, rapporti …, ecco, quello che non cambierà mai sarà l’idea del dialogo con la terra che l’uomo ha stabilito dal tempo dei tempi, il grosso respiro, il sibilo lungo che si può udire solo di mattina, mirando nella vastità dei campi, con accanto silenziose gli alberi d’argento …” (tratto da La cultura dei Tao di Antonio L. Verri – Spagine, Fondo Verri Edizioni)

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